Nei quotidiani va avanti da tempo un’abitudine piuttosto fastidiosa che riguarda gli apostrofi. Premessa: nove volte su dieci, quando arriva un pezzo di un collaboratore o di un editorialista, questo viene incollato in pagina così com’è e passato. Però capita sempre più spesso che i redattori non vedano la differenza tra l’apostrofo “dritto”, solitamete ereditato nel copia&incolla;, e quello “tondo”. Risultato: anche i più illuminati editoriali sembrano scritti come fossero sms. Accade ogni giorno anche sul Corriere della Sera (quasi sempre nella pagina Opinioni).