Ora, ciascuno di noi è convinto di dedicare la maggior parte del suo tempo, diciamo il 98%, a fare cose buone ed è molto scocciato quando sui giornali trova descritto solo il restante 2%. Un chirurgo vorrebbe che si parlasse dei pazienti che ha salvato e non dell’unico che gli è morto sotto i ferri, un artista delle opere che ha creato e non delle foto con la sua amante segreta, un impiegato delle pratiche che ha svolto con diligenza, non della volta che è finito sotto inchiesta. Il guaio è che, appena esce dalla sua vita per osservare quella degli altri, è proprio quel 2% a interessarlo. L’invidia e la cattiveria contrabbandate per curiosità fanno parte del bagaglio umano. Abolirle con un decreto non ha senso. Si può però tentare un disarmo bilanciato: noi ci impegniamo a scriverne di meno e voi a leggerne di meno.

Comincio io: oggi avrei potuto malignare sull’anziano premier di un piccolo paese dell’Europa del Sud che ha fatto una battuta da bar brianzolo (il Bar Lusconi) sul colore della pelle del Presidente degli Stati Uniti. E invece non lo farò.

Massimo Gramellini. Vagli a dare torto… [La Stampa]