Dopo tutto questo casino delle liste del Pdl e della Polverini, se fossi non dico un elettore romano di centrodestra, ma solo uno che ha (ancora) a cuore la politica, mi chiederei: ma, tutto sommato, non e meglio Emma Bonino?

  • Un motivo e ovvio: se questi del Pdl non riescono a mettersi d’accordo in tempo utile su chi candidare e non sono capaci neanche di rispettare una scadenza “burocratica”, come lo gestiranno - un domani - un bilancio di oltre 20 miliardi di euro? Ecco, gia solo quest’argomento basterebbe per non votarli, pure se la lista dovesse essere riammessa (anche perche questi invocano Napolitano, ma il Colle andrebbe messo in mezzo per un motivo soltanto: nel caso ci fosse una deroga per riammettere ‘sto cavolo di listino del Pdl).

  • Poi c’e una questione politica pura: ma quanto fa bene, al Lazio, un blocco di potere Roma+Regione con queste premesse? Perche l’illusione di tutti, del fu Veltroni compreso, e che - una volta presa la Pisana - la Regione diventi il conto in banca del Campidoglio, la cassa di risonanza delle aspirazioni del sindaco di turno e il moltiplicatore del suo potere sul partito e sul territorio.

  • E poi, la Polverini e davvero il volto del “Finismo”? Diciamo pure di si (bastano i titoli del Secolo d’Italia a confermarlo). Ecco, il centrodestra progressista auspicato dal presidente della Camera e probabilmente una buona cosa, ma… quanto e distante da un messaggio laico, dallo slogan “legalita e sviluppo”, dal motto “ti puoi fidare”? Non lo e. Ma queste sono proprio le parole d’ordine della Bonino.

  • Vabbe, uno puo obiettare: ma la Bonino e appoggiata dai soliti apparati di partito arruffoni, dai mariniani, dai dalemiani, dai comunistiani, per non parlare di quei casinisti dei radicali. Argomento che non regge: la Polverini ha dietro quella classe dirigente che gioca a Risiko con il Lazio (e ci sta), che non presenta le liste come si dovrebbe (e non ci sta) e che poi invoca “il popolo” per rimediare ai suoi errori (e no che non ci sta).

  • Pero l’argomento del voto cattolico esiste: la Bonino viene da un partito a tratti anticlericale. Be’, uno che avesse intenzione di votare un centrodestra con un candidato apparentemente laico e una classe politica tendente al baciapile (tutto legittimo, per carita) non e che puo starsi a preoccupare troppo del passato della Bonino. Una volta che governi il Lazio, sei il presidente di tutti. Da Ratzinger ci vai, qualche soldo per gli oratori e le parrocchie - che sempre spazi sociali sono - lo trovi, degli ospedali confessionali nemmeno ne parliamo. Anche perche, senno, gli ex popolari ti fanno le imboscate fuori dall’ufficio per cinque anni.

  • E, infine, la Bonino ha avuto solo un “momento Mario Segni” nella sua carriera, ma e stato bello lungo: farsi nascondere da Pannella. Ecco, se Emma si mettesse in gioco, vincesse e facesse il presidente che decide (piu come Storace che come Marrazzo, per capirci), che sceglie, che da una sua impronta alla Regione, che guarda avanti e che “parla” anche col sindaco teo-pop… tra cinque anni il Lazio starebbe cosi male? Sulla carta, uno che ha votato Pdl in questi anni e che ne ha mandate giu parecchie, dovrebbe rispondere: neanche troppo.