Dato che L’intervista mai fatta a Beppe Grillo di Alessandro Gilioli è un gran bel post (la parte interessante l’ha già citata Mantellini), qui si ripetono le domande alle quali Grillo avrebbe potuto rispondere su L’Espresso:
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non ritiene che i giornali e la Rete possano convivere, visto che la tivu’ non ha ucciso la radio?
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non crede che grazie alla loro buona salute economica molti giornali possano fare anche ottime inchieste?
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non pensa che sia sbagliato mettere sullo stesso piano i quotidiani di partito inesistenti che prendono soldi direttamente dallo Stato e i giornali veri - magari perfino utili al dibattito sociale e al controllo sulla politica - che hanno solo detrazioni postali e contributi per la carta?
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E’ consapevole che con l’abolizione totale e indistinta delle provvidenze probabilmente morirebbero voci come il Manifesto o come Internazionale, su cui lui stesso scrive?
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perché nel discorso di Capodanno ha esaltato come “ultimi giornalisti liberi” Biagi e Montanelli contrapponendoli a tutti gli altri, visto che anche Biagi e Montanelli scrivevano sui grandi giornali secondo lui servi e di “casta”?
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in questo suo condannare senza eccezioni i giornali e i giornalisti ce n’è qualcuno che salverebbe, che non fa parte della casta?
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considera parte della casta anche quelle migliaia di giornalisti sottopagati e precari che ormai lavorano in gran parte delle redazioni?
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come può dire che tutti i giornalisti sono casta, visto che la grandissima parte di loro ha come unico privilegio il biglietto gratis ai musei, e per il resto si paga come tutti gli altri comuni mortali la casa, il cinema, il treno, l’autobus, il biglietto allo stadio e così via?
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perché non risponde mai agli altri blog, visto che predica i blog come mezzo di comunicazione dell’avvenire?