Quando ci sono i numeri di mezzo, un giornalista dà il meglio di sé per interpretarli secondo il suo sentimento personale. Esempio a tinte progressiste (ce ne sono miliardi di segno opposto, naturalmente). Titola il Corriere della Sera: «”Denunce aumentate rispetto al 2009. ‘A Milano uno stupro al giorno‘». Poi leggi i dati:
Dal 1° gennaio al 31 ottobre 2010, al Soccorso Violenza Sessuale (Svs) di via Commenda 12 sono arrivate 314 donne. Un numero in aumento rispetto all’anno scorso: in tutto il 2009 i casi sono stati infatti 333.
A parte che 333 casi è più di 314 e quindi l’aumento ancora non c’è ancora stato. C’è stato solo se si fa una media piuttosto rozza tra periodi difformi: 27,75 violenze al mese nei 12 mesi del 2009, 31,4 nei primi 10 mesi del 2010. (Resta il fatto che sono troppe e scriverlo è un’ovvietà che conforta i più. Senza contare che non tutte le donne stuprate si presentano in quel centro lì, o altrove). Comunque, il titolo è sbagliato, la notizia non è quella. Almeno finché l’Svs non trova altre 19 povere vittime (le troverà: c’è tempo fino al 31 dicembre).
Poi c’è la questione del pregiudizio etnico:
Una cosa è, comunque, certa: le statistiche della Mangiagalli rovesciano il luogo comune degli stranieri che violentano le italiane. «In realtà, la metà delle vittime sono donne straniere stuprate, nel 23% dei casi, da italiani».
Ora, che il 23% degli abusi osservati (sempre dall’Svs, osservatorio parziale) sulle straniere sia da parte di italiani, vuol dire che il 77 avviene per mano di stranieri? Non sembrano proprio pochini, anche perché - anche secondo i dati più ottimistici - gli stranieri arrivano al massimo al 16% della popolazione.
[Corriere della Sera - Update: l’articolo ha colpito anche Giulio Zanella]