Qualche giorno fa ero a Ferrara, dove la rivista Internazionale ha presentato in anteprima il nuovo sito che sarà online a breve. Non è l’ennesima home page e non è nemmeno il milionesimo progetto che si annuncia rivoluzionario. Però è una scelta coraggiosa di cui bisogna parlare perché la direzione intrapresa non sarà quella della prima pagina tradizionale che vediamo nei quotidiani online: Internazionale scommette quello che Dave Winer chiama “river-of-news”. Un flusso in continuo aggiornamento fatto di atomi di notizie, che poi la redazione aggregherà come meglio crede. Una home che nasce per cambiare in continuazione. O, come ha detto il direttore Giovanni De Mauro, per pubblicare «un quotidiano al minuto».
###Take me down to the river Di river-of-news leggiamo da anni. Ha quest’aspetto qui ed è forse per questo che finisce per essere considerato una scelta un po’ nerd, adatta per programmatori come Dave Winer o per nostalgici di Google Reader. Le cose cambiano, però, se a scommetterci è Mark Porter, il grafico guru del mondo del giornalismo che di solito riesce a coniugare eleganza, funzionalità e senso nei suoi progetti (tutti citano il suo Guardian, ma guardate che cosa ha fatto al canale di news RTL Nieuws).
Non so se Porter abbia letto questi pezzi, ma riassumono bene lo stato dell’arte:
- Doc Searls, Future to Newspapers: Jump in the river, 2007
- Dave Winer, Every news org should have a river, 2012
- Victoria Turk, The Future of the Web Is as Much About Psychology as Technology, 2014
###Il flusso canalizzatore Come vedete, i primi articoli sul tema sono di una vita fa. Ma c’è un motivo se l’idea del river sta tornando: ci stiamo abituando a ricevere le informazioni in questo formato.
- Fino a poco tempo fa, un flusso di notizie tutte con lo stesso peso, o al massimo segnalate da qualche segno di priorità (ticker rosso, oppure un “+++” prima e dopo il titolo), era familiare solo per i giornalisti abituati a ricevere in quel formato i feed delle agenzie di stampa.
- Poi un mondo sempre più vasto - anche se non abbastanza - ha imparato a conoscere i feed rss, a leggere siti e blog solo quando venivano aggiornati, a risparmiare tempo e a organizzare meglio le informazioni.
- Poi ancora è arrivato Facebook e si è mangiato tutto, ma almeno ha abituato le persone all’idea di un flusso di informazioni provenienti da una Rete (nel caso specifico, gli amici).
- E, certo, c’era anche Twitter: stesso discorso. Con il plus che già oggi Twitter è come le agenzie di stampa 10-20-30 anni fa, ma gratis.
- Va bene, nel calderone mettetci pure WhatsApp, l’instant messaging, il mobile e la possibilità di diffondere a costo zero le “ultim’ora” via notifiche push.
###Funziona o non funziona? Essere abituati a un certo dipo di formato d’informazione, non garantisce che poi sarà quello che la gente andrà a cercare. I river-of-news hanno dei “signori problemi”:
- Sfuggono a una gerarchia, o meglio, rispettano solo quella del “qui e subito”. In questo momento, via news river, il New York Times mi dice che nello Stato della Georgia il voto democratico potrebbe essere sottostimato; ma ovunque il tema “da prima pagina” è un altro ed è ebola (anche se noi italiani ci accontentismo dei cinquestelle che lanciano monetine in Senato).
- Costringono l’utente a dipendere dalla navigazione su web, oppure a dipendere da un’app, o ad avere una timeline di Facebook affollatissima.
- In generale sono poco sexy, dato che l’attualità non è decisa da un art director (ma tipografia, foto e altro, magari sì).
- Hanno bisogno di una sorta di ri-gerarchizzazione per aiutare il lettore a capire che cosa si è perso mentre - tipo - era impegnato a vivere. Come le card-stacks di Vox.com, vedi sotto, o il cheat sheet del Daily Beast. Quest’ultima, guardando la demo, mi sembra la strada intrapresa da Internazionale.
###Tutti ar fiume C’è un’ultima cosa che va detta sul concetto di river-of-news. Funziona, e funziona ancora di più, se scegliessimo tutti di ricevere le notizie, dalle nostre fonti, in questo formato. Immaginate un Feedly all’ennesima potenza, meglio ancora un qualcosa non dipendente totalmente dagli algoritmi di Facebook o di Google News. Diceva sempre Winer:
Having the river will also focus your mind. You'll see trends you wouldn't otherwise see. You’ll get ideas for stories you wouldn’t otherwise get. Seeing things from other people’s perspective always does that. You see things you didn’t see before. Seems almost self-evident, but until you do it, you don’t experience it, and experience is very important here. permalink
Lui, in questo caso si stava rivolgendo ai giornalisti. Ma il consiglio sembra di quelli buoni per tutti.