Sul sito del Cato Institute il saggio del momento è quello di Richard Florida, quello dell’ascesa della classe cretiva. Siamo in un tempo, sostiene, in cui il talento è uno dei principali fattori di produzione, e in una geografia dove sono le concentrazioni creative (e dunque produttive) a contare nello scacchiere economico. E queste concentrazioni dovrebbero colmare i divari anche a livello sociale, chiedendo società più giuste.
In the past two and a half decades, this shift has taken us from the older industrial model to a new economic paradigm, where knowledge, innovation, and creativity are key. At the cutting edge of this shift is the creative sector of the economy: science and technology, art and design, culture and entertainment, and the knowledge-based professions.