Alla fine, più immaginifica dell’Aida di Zeffirelli alla Scala è stata la recensione dell’immaginifico critico del Corriere della Sera, Paolo Isotta. Seimilaseicentoquarantanove battute sintetizzabili così:
Le coreografie infantili sono ridicole. Quelle centrali del Balletto atto II hanno a protagonista la stella Roberto Bolle, che pare un «cubista» da discoteca e, sulla bellezza delle sue natiche, liberamente periziabili, mette per miracolo d’ accordo tutti i sessi e ceti e categorie in sala. Forse saranno la cosa dello spettacolo destinata a restare.
Poi non ci si meravigli se fischiano il tenore e quello se ne va.