Dato che questo povero blog cosi com’era risultava antipatico a una piccola fetta di utenti Internet Explorer siamo ripartiti quasi da zero: css sÏ, ma design ridotto al minimo. Lo sviluppo del template ripartira da qui. Chi avesse ancora problemi di visualizzazione sarebbe gentilissimo a segnalare cosa non va.
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01 Feb 2005 +
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Sulla strada della liberta'
Alla fine gli iracheni hanno votato. Pare che alle urne si sia recato oltre il 60% degli aventi diriitto, quasi 8 milioni di persone. Gente che una volta non aveva scelta ha intinto il dito nell’inchiostro e ha marcato una scheda elettorale. Qualcuno, temendo di essere poi identificato, ha pulito subito il dito sporco. Un po’ di foto sono sul sito del NY Times, mentre il Wall Street Journal ha raccontato i blogger impegnati a seguire le elezioni: come Husayn Uthman, che ha cambiato il nome del suo weblog da “Democracy in Iraq” a “Democracy in Iraq (Is Here!)”. Sul Guardian Robin Cook ha ricordato l’importanza del ritiro delle truppe entro un anno. E per quanto resta, magari rendono bene le parole di Healing Iraq, che invece sta a Hamman:
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Il corpetto di Janet
Domenica e tempo di Superbowl (come peraltro ha gia spiegato lungamente The Yorker) e gia abbiamo uno spot rifiutato. Un’inserzione durante la finale del campionato di football costa un occhio, ma le migliori aziende si sfidano per proporre lo spot piu figo. La Bud ne aveva girato uno (questo) sull’incidente avvenuto un anno fa a Janet Jackson.