San Pietroburgo raccontata da Christopher Hitchens.
L'alba dentro l'imbrunire
11 Aug 2005 +
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La chiamano societa' del rischio
Facciamo il punto. Nelle nostre metropoli ormai si vive con la paura di un qualche attentato, specialmente sui mezzi pubblici, come in questo romanzo di Bjorn Larsson. Cosi le compagnie di trasporto - da Londra a San Francisco
- migliorano i loro apparati di sicurezza e chiedono alla gente di stare piu vigile. E cosi uno sale in metropolitana e si trova circondato da campagne informative che ricordano la propaganda di guerra (tipo «Taci, il nemico ti ascolta») shakerata in ambientazioni da romanzo di Palahniuk: un paio di occhi diventano «bomb detectors», i terroristi vengono degradati a “bombaroli”, due borse incustodite sono ormai «sospetti» da inchiodare a una parete, vagoni e corridoi sono tappezzati di adesivi che rispettando il diritto alla privacy avvertono che ci sono telecamere ovunque. E questo mentre i municipi si organizzano nello sforzo di eliminare le divisioni tra cittadini e far percepire il senso di una comunita stretta in un modo di vivere condiviso: guardate la campagna OneLondon, per esempio, o il We are not afraid comparso dopo le prime bombe. Oggi va cosi, durera’ un bel po’.
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Mestieri pericolosi
In Francia fa discutere assai la campagna pubblicitaria lanciata da Reporters sans frontieres: negli spot si vedono diversi fiorai malmenati, rapiti, violentati, incappucciati, uccisi. Poi alla fine una voce dice una cosa come: tranquilli, ai fiorai non succede quello che succede ai reporter (oltre 50 uccisi solo nel 2004).