In questi giorni sto guardando la nuova Unità di Concita De Gregorio, una che può stare simpatica o meno, ma che ha davvero in mano un’impresa giornalistica di quelle difficili. Ecco, in tutto il suo sforzo di rilanciare un giornale che le hanno dato parecchio malmesso, in questo panorama nerissimo per quanto riguarda l’editoria in generale (figuriamoci per quella di partito), mi ha fatto tenerezza leggere che una delle prime critiche al giornale (seguita da centinaia di altre, pare) sia stata a proposito dell’assenza della pagina dei programmi televisivi. Questo è il finale dell’editoriale di oggi:
P.s. scrivevo il 24 ottobre, alla vigilia della nostra uscita nel nuovo formato, che saremmo stati molto imperfetti, all’inizio, e che avremmo «camminato insieme». La nuova Unità è andata in edicola sull’onda dell’entusiasmo della redazione. Non abbiamo provato, non abbiamo fatto un «numero zero»: chi ha stampato qualche volta anche solo un depliant sa di cosa parlo. Oggi sono pronti i programmi della tele- visione, mi rivolgo all’anziana signora Zelinda Inturissi e alle centinaia che come lei hanno chiamato per chiedere dove fossero andati a finire.
[L’Unità]