Salta fuori che in Italia - in tempo di crisi, ma anche da prima - i salari sono aumentati più dei prezzi. Uno si chiede: dov’è la fregatura? Spiega Francesco Daveri su lavoce.info:
Si deve quindi concludere che la percezione di impoverimento deriva da ciò che succede fuori dalle relazioni industriali e fuori dai negozi e dai supermercati, cioè nel momento in cui compiliamo la dichiarazione dei redditi e in quello in cui andiamo in banca a pagare la rata mensile del mutuo. È evidentemente l’aumento delle tasse e dei mutui che ci fa sentire più poveri tutti i mesi, non l’ingordigia dei distributori.
E adesso, che si fa?
Come si fa a tenere su i consumi senza ridurre la competitività aziendale? Un modo forse c’è. **Il governo dovrebbe ridurre le tasse sul lavoro e in particolare i contributi sociali. **Ma, realisticamente, si possono ridurre i contributi sociali solo intervenendo sul sistema pensionistico, cioè allungando l’età pensionabile in linea con i trend demografici. Molto difficile da farsi.
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