Cose innegabili sulle elezioni regionali appena concluse:
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Il Pdl a Roma ha fatto una cosa notevole: è riuscito a tenere i suoi voti e a travasarli sulla Polverini. Una prova di organizzazione che non compensa il casino gravissimo della lista non presentata, ma che, alla fine, è un rammendo dignitoso. Meritava l’inferno della batosta, si guadagna il purgatorio di un governo con l’Udc.
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La Polverini, resta inteso, dovrà fare vicepresidente della Regione Bertone o uno dei suoi. Come primo atto, invece, dovrebbe promettere di non farsi fare più da consulente da Velardi.
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La Lega ha chiesto due presidenze, Veneto e Piemonte, e se l’è andate a vincere. Nel secondo caso non si trattava di un risultato così scontato. Così come i voti presi in Emilia Romagna e in Toscana. Già.
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Loiero, in Calabria, è il peggior presidente uscente.
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L’astensionismo è sopravvalutato. E, soprattutto, con questa campagna elettorale è motivato e bipartisan.
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L’Udc qualcosa ancora conta, ma quando sta col centrodestra: vedi Piemonte e Lazio. È decisiva? Mah…
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Per la misteriosa regola secondo cui D’Alema vince anche quando perde… Il casino fatto dalla dirigenza Pd contro Vendola, alla fine, lo ha fatto vincere nell’unica regione del Sud politicamente attraente insieme alla Campania.
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Bersani, dov’è Bersani? Di Pietro, invece, dice che ha vinto il centrodestra e già pensa a come papparsi i grillini, dei quali, da domani, finalmente qualcuno parlerà.
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Il Cav. l’ha buttata in caciara come, anzi più che in passato. Si è piazzato al centro della scena, ha fatto casino, ha detto cose che l’hanno fatto detestare ancor di più da chi lo detestava (tipo dire alla Bresso che è una cozza). S’è inventato la contrapposizione cheap-pop “amore vs. odio”. Ha inventato la piazza da un milione, ha fatto spegnere i talk show e s’è fatto pure beccare. Ha scrollato le spalle e ha contrapposto la bagarre alle intercettazioni farlocche. Il cancro e gli alberi da piantare al… nulla. Anche i grillini, tutto sommato, gli devono dire grazie, stanotte. Oh, ha rivinto lui.