Ora, ciascuno di noi è convinto di dedicare la maggior parte del suo tempo, diciamo il 98%, a fare cose buone ed è molto scocciato quando sui giornali trova descritto solo il restante 2%. Un chirurgo vorrebbe che si parlasse dei pazienti che ha salvato e non dell’unico che gli è morto sotto i ferri, un artista delle opere che ha creato e non delle foto con la sua amante segreta, un impiegato delle pratiche che ha svolto con diligenza, non della volta che è finito sotto inchiesta. Il guaio è che, appena esce dalla sua vita per osservare quella degli altri, è proprio quel 2% a interessarlo. L’invidia e la cattiveria contrabbandate per curiosità fanno parte del bagaglio umano. Abolirle con un decreto non ha senso. Si può però tentare un disarmo bilanciato: noi ci impegniamo a scriverne di meno e voi a leggerne di meno.