Stavolta, sparando contro l’hotel Palestine e uccidendo, i boys l’hanno fatta grossa. Quando tra le vittime del fuoco amico ci sono i giornalisti e inevitabile leggere all’indomani di morte in diretta (con foto). Il Corriere dedica una pagina alla morte raccontata in tv e Aldo Grasso commenta:
Solo quando i morti irrompono sugli schermi di casa, specie se appartengono al mondo dell’informazione, si capisce che davvero la guerra c’e, e non e una sorta di videogioco, uno schermo azzurrognolo solcato dai traccianti, come successe nel 1991 nella Guerra del Golfo. Questa guerra contro l’Iraq e piu visibile, lo e perche gli Stati Uniti hanno deciso che lo sia (assurdo, quindi, pensare che ieri abbiano voluto intimorire la stampa), lo e perche con le nuove tecnologie sarebbe stato piu difficile occultarla. Tuttavia spesso dimentichiamo che anche la guerra in tv obbedisce ad alcune regole di rappresentazione e che il piu delle volte queste regole non dipendono soltanto dalla fonte ma soprattutto dalle modalita che ripropongono le immagini stesse.
C’e poi la cronaca: Lorenzo Cremonesi, Andrea Di Robilant, o El Periodico che taglia corto: Bush non vuole testimoni in Iraq. Il Foglio (ne “La lagna dei giornalisti”) non e d’accordo. il manifesto - Il Corriere della Sera - La Stampa - El Periodico - Il Foglio