Marcello Sorgi (La Stampa): Nel mondo segnato da una sola grande potenza, e nei dodici anni che ci separano dal ‘91, Bush padre, Clinton e Bush figlio hanno in comune, oltre alla lotta al terrorismo e ai suoi alleati, l’aver combattuto a favore di popolazioni musulmane (e contro i regimi che le opprimevano) in Kuwait, Somalia, Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Iraq. L’attentato dell’11 settembre non poteva che rafforzare una politica estera, come quella americana, fondata su una difesa attiva della sicurezza, sull’etica dell’esportazione della democrazia, e naturalmente su forti interessi economici, che come tutto vanno ridiscussi.
E’ una cosa semplicistica, ma Sette ha chiesto a “16 progressisti innamorati dell’America” di cosa non potrebbero fare a meno. Naturalmente si tratta di cose a stelle e strisce. Ne e venuto fuori tutto cio (ma ne citiamo solo otto):