Oggi Gianni Riotta - che sarà anche un liberal, ma è anche un “amerikano” - se la prende con la sinistra moderata, che pensa in un modo e poi in politica estera finisce per allinearsi alle posizioni di Fausto Bertinotti (solo) per calcolo elettoralistico.
La scelta del centrosinistra risponde a un’opportunità elettorale, fare il pieno di voti pacifisti alle Europee, ma lascia aperto un dilemma strategico. Perché mai, cioè, la sinistra radicale detiene il monopolio delle passioni e delle emozioni, perché solo i movimentisti sanno evocare un Pantheon di eroi, usando la politica come arena etica? […] Perché la sinistra illuminata non attacca Castro e la sua dittatura dicendo: «Oggi il Che starebbe con i dissidenti a Cuba!»? Perché non cita le tre cifre dell’orrore contemporaneo, 900 miliardi l’anno in spese militari, 360 miliardi in sussidi all’agricoltura ricca e solo 50 in aiuti allo sviluppo dei poveri? Perché non guarda al Sudan, dove è in corso un genocidio silenzioso, e, denunciate le sevizie ad Abu Ghraib, non mette all’indice gli aguzzini in Siria, i soldati israeliani che spezzano le ossa agli arrestati, i palestinesi che giustiziano i delatori senza processo?
Corriere della Sera